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Piano casa: riqualificazione del patrimonio immobiliare

Si chiama tecnicamente “Politiche per la riqualificazione urbana e l’incentivazione alla rinaturalizzazione del territorio veneto”. Detta in modo più semplice è il quarto Piano casa della Regione Veneto sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare.
La normativa, approvata alla fine di marzo, dovrebbe rappresentare una regola ormai omogenea e corretta dalle sbavature dei precedenti provvedimenti. Ambisce a disciplinare l’attività edilizia fino al 2050, termine posto dall’Unione Europea per l’azzeramento definitivo del consumo di superfici.
La nuova normativa, in senso generale, ha come finalità quelle di rinaturalizzare il suolo e di riqualificare il patrimonio immobiliare. Promuove interventi mirati al miglioramento e riordino dei centri urbani oltre che alla valorizzazione ambientale del territorio.
Ma cosa prevedono le nuove regole?

Ampliamenti previsti dal Piano casa

Fino ad oggi, accumulando i bonus concessi dal Piano casa precedente, è stato possibile realizzare ampliamenti fino all’80% del volume iniziale.
Con la nuova normativa regionale, di fatto il quarto Piano casa per il Veneto, il limite sarà del 40%. Con un eventuale altro 20% se si farà ricorso ai crediti edilizi.
Fino al 31 dicembre 2020, inoltre, il bonus di chi ingrandirà la propria abitazione con criteri energetici classificabili come A4, cioè i più alti, potrà salire dal 40% al 50%.

Demolizioni e ricostruzioni

Per questi casi si ritiene che l’abbattimento e la riedificazione siano operazioni immobiliare vere e proprie di imprese, più che di singole famiglie. E per questo si potrà arrivare ad un ampliamento del 100%, cioè la somma del 60%, indicato dal nuovo Piano casa, e di un altro 40%, ricorrendo ai crediti edilizi. Anche qui, se si opera in base alla classe energetica “A4”, il 60% potrà lievitare fino all’80%.

Cumuli limitati

La legge regionale non permette di cumulare i bonus del nuovo Piano casa con altre opportunità di ampliamento concesse da norme comunali, regionali o nazionali. Potranno invece essere sommati a quelli previsti dal Piano casa precedente. Ma solo se questi non fossero stati integralmente sfruttati e limitatamente alla quota residua calcolata sul volume iniziale (e non su quello ottenuto con l’ampliamento già realizzato).

Semplificazioni del Piano casa

Un sistema di procedure semplificate dovrebbe consentire l’abbattimento delle liti sorte in questi anni fra vicini a causa delle non sempre chiare deroghe a volumi, superfici, altezze e distanze previste dal decreto interministeriale 1.444 del 1968.

Saranno anche potenziati i poteri dei Comuni che, con i Piani casa precedenti, avevano lamentato la loro esclusione dalle pianificazioni e l’impotenza di fronte a scelte di privati spesso discutibili.