Il settore delle costruzioni in Veneto lo scorso anno ha evidenziato una crescita negli investimenti del 2,1% rispetto al 2017. Nell’anno in corso l’accelerazione potrebbe toccate i 2,8 punti. Le stime sono contenute nel rapporto annuale dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) del Veneto, presentato pochi giorni fa.
Secondo il rapporto, la componente più importante della ripresa del mattone è legata soprattutto agli interventi di riqualificazione delle unità abitative, incentivati dalle agevolazioni fiscali comprese fra il 55% ed il 65%.
Le ristrutturazioni
In quest’ottica si è dimostrato particolarmente efficace il Piano Casa che, dal 2014 al 2017, ha autorizzato più di 16.000 interventi di ampliamento.
Per entrare nel dettaglio, nel 2018 si è osservato un ulteriore aumento dell’1,3% per le operazioni di manutenzione straordinaria sullo stock abitativo. Giungendo a rappresentare circa il 39% del valore degli investimenti in costruzioni, cioè più degli anni precedenti la crisi, in cui la quota si aggirava sul 25%.
Il non residenziale
L’Ance pone comunque in rilievo anche la dimensione degli investimenti privati in costruzioni non residenziali. Lo scorso anno sono cresciuti del 4,5% rispetto al 2017. Questo anche grazie ad un ottimo andamento delle erogazioni dei finanziamenti alle imprese, calcolati in 1,2 miliardi e dunque con un incremento del 23,7% sui dodici mesi precedenti.
Previsioni e preoccupazioni dell’Associazione nazionale dei costruttori edili
Per il presidente dell’associazione veneta dei costruttori edili, Giovanni Salmistrari, “gli indicatori sugli investimenti privati sono il riflesso della situazione economica che nel 2018 ha mostrato importanti segnali di ripresa e di cui ha risentito positivamente il settore. Questo trend, però, rischia di arrestarsi a causa delle previsioni di raffreddamento della nostra economia per il 2019”.
Le opere pubbliche
Se il mercato privato dimostra di essere tonico, però, così non avviene per le opere pubbliche. Rispetto a questo segmento, infatti, i dati delle costruzioni registrano un calo di 3,6 punti. Sebbene per l’anno in corso ci si attenda una crescita del 2,5%.
Per il presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, il tallone d’Achille dell’edilizia pubblica continua a rimanere quello dei tempi della burocrazia delle stazioni appaltanti. In alcuni casi, “sono più lunghi della stessa realizzazione dell’opera. Cioè il lavoro di cantiere è più breve di quello degli uffici. Gli enti locali, purtroppo, sono in difficoltà. Per questo chiediamo a gran voce di intervenire su questo aspetto per consentire di trasformare gli investimenti in spesa”.
Fonte:
ance.it