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I risultati di Banca d’Italia: tassi, credito e depositi

In Italia crescono i prestiti a famiglie ed imprese dello 0,5% in un anno e, contestualmente, il mercato dei mutui accelera di 2,4 punti. I dati provengono dagli ultimi risultati di Banca d’Italia aggiornati al 30 aprile 2019 e confrontati con gli indicatori registrati alla stessa data dello scorso anno. Le quote sono relative agli importi complessivi erogati dal sistema bancario nel suo insieme.

I tassi rimangono bassi e stabili

Secondo l’istituto centrale i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento rimangono stazionari su livelli vicini ai minimi storici.

In particolare, il tasso medio applicato sulle erogazioni destinate all’acquisto di nuove abitazioni si è attestato ad aprile sull’1,85%. Rimane perciò inalterato rispetto al mese precedente. Per avere un’idea di come la dinamica sia diminuita negli ultimi anni è sufficiente ricordare come nel 2007 il tasso medio fosse del 5,72%. Cioè più del triplo dei quello attuale.

Simile l’andamento degli interessi per il finanziamento alle imprese. A fine aprile 2019 il tasso medio era dell’1,42%, uguale a quello di marzo, mentre 12 anni fa, ricorda sempre Bankitalia, si sfioravano i 5,5 punti.

Il calcolo sul totale dei prestiti riporta dunque un tasso medio del 2,58% che, nell’anno immediatamente precedente la crisi, toccava il 6,18%.

Secondo i risultati di Banca d’Italia migliora la qualità del credito

I risultati di Banca d’Italia evidenziano anche come, negli ultimi dodici mesi, il rapporto fra banche e clienti sia notevolmente migliorato soprattutto in termini di affidabilità di questi ultimi.

Le sofferenze nette a marzo 2019 non sono infatti andate oltre i 31,7 miliardi di euro. In calo di quasi il 40% rispetto ai 52,8 miliardi stimati un anno prina e più che dimezzate se confrontate con il 77,3 miliardi con cui le banche dovevano confrontarsi nel marzo del 2017. Il massimo storico di sofferenze degli ultimi anni è stato toccato a novembre 2015 con 88,8 miliardi.

Perciò, calcola ancora l’istituto centrale, il rapporto fra le sofferenze nette e gli impieghi totali, in sostanza fra il denaro non rientrato e quello prestato, oggi è sceso all’1,85% contro il quasi 5% di tre anni e mezzo fa.

E intanto aumentano i depositi

Il denaro che gli italiani affidano alle banche depositandolo nei conti correnti, in certificati di deposito o pronti contro termine, in un anno è cresciuto di circa 57 miliardi di euro.

Meno fiducia riscuotono invece le obbligazioni: la raccolta a medio e lungo termine si è infatti contratta da marzo 2018 di circa 20 miliardi (-7,8%).